- a daily ritual -

«Il sole non si era ancora levato. Il mare non si distingueva dal cielo; era solo appena increspato, come un panno sgualcito. Pian piano, col cielo che si schiariva, si poggiò sull’orizzonte una linea scura che li divise, e il panno grigio si spezzò a forza di colpi veloci, che da sotto salivano in superficie incalzandosi, uno dietro l’altro, in un movimento perpetuo» [...]
 

Le onde
Virginia Woolf

17 Luglio 2021 | 05:20 | -5,54°

Qualsiasi cosa, se guardata a lungo e ripetutamente, svela facce di sé che uno sguardo veloce non è in grado di cogliere. Mantenere il solito gesto tutti i giorni aiuta a creare uno spazio uniforme in cui diventa più facile cogliere le differenze; è un principio che vale sempre, dal mare alla montagna, dal muro di fronte a casa a un ciliegio.

Se però puntiamo l’attenzione verso ambienti poco, o niente affatto, antropizzati troveremo meno distrazioni e sarà possibile sentire ancora tutta la forza di cui il mondo che abbiamo attorno dispone.

4 Giugno 2021 | 05:01 | -6,15°

Per liberare questa energia a volte c'è bisogno di un trucco, qualcosa che possa farci uscire dalle dinamiche quotidiane; ci vuole un rituale, con uno spazio e un tempo appositamente dedicati.

Così, più o meno tutte le mattine, per cinque mesi di fila, mi sono recato nel solito posto affacciato sul mare e ho atteso il momento in cui la notte avrebbe lasciato intravedere la luce.

La regola era salvare una foto al giorno, ma ogni regola ha avuto le sue eccezioni.

I go down to the shore in the morning
and depending on the hour the waves
are rolling in or moving out,
and I say, oh, I am miserable,
what shall—
what should I do? And the sea says
in its lovely voice:
“Excuse me, I have work to do.”

-
I Go Down To The Shore
Mary Oliver

24 Giugno 2021 | 04:53 | -7,07°

L'utilizzo di una pratica rituale si ritrova in tutte le popolazioni primitive. Fin dalle sue origini, la nostra specie ha sentito la necessità di essere collegata con un qualcosa di più grande di noi e passare così da un tempo contingente a uno assoluto. È il passaggio dalla storia al mito, dal tempo del dettaglio a quello universale.

Le didascalie sotto le immagini (data, ora e angolazione del sole rispetto alla linea dell'orizzonte) si riferiscono con precisione al tempo che conosciamo; è il nostro tempo proprio perché siamo in grado di misurarlo.

L'altro tempo, quello del mito, invece non si misura e spesso mostra cose diverse da quelle ordinarie: di fronte a noi in questo caso resta pur sempre ciò che vediamo, ma dentro la cornice c'è anche il tempo delle origini e quello verso il quale stiamo andando.

La linea dell'orizzonte pertanto non divide l'immagine a metà, c'è un po' più mare che cielo. Le nostre ambizioni puntano in alto, ma il nostro mondo resta quello in basso; saper nuotare – e non volare – è un valido promemoria.

6 Luglio 2021 | 05:15 | -4,92°

«Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?»
 

Paul Gauguin, titolo di un quadro, 1897

7 Luglio 2021 | 05:14 | -5,15°

Oltre al mare e al cielo c'è un'altra caratteristica tangibile abbastanza costante; il colore. Non è proprio sempre uguale, cambia molto da giorno a giorno, ma ci muoviamo più o meno all'interno di quello che chiamiamo blu.

In questo caso c'è sia il Blu Marino che il Blu Oltremare, quello di Francia e quello di Prussia, il Persiano e il Cobalto, quello di Yves Klein e quello della notte (così come molti altri).

Tra tutti i colori, sembra che il blu goda di un fascino particolare; il mare è blu, il cielo è blu, anche il nostro pianeta è blu se visto da lontano.

Eppure il suo successo è talmente recente che prima dell'anno mille in Europa non se ne trova quasi traccia. Non c'erano solo ragioni di prezzo (l'indaco e il lapislazzuli venivano dall'Oriente ed erano cari, il guado era europeo ed economico) ma anche culturali; a Roma questo colore era considerato volgare e portava pure un po' sfiga perché accostato solo al mondo degli inferi.

Celti e Germani invece ne facevano uso, trasformando così una scelta cromatica in una politica; dietro qualsiasi scelta estetica c'è sempre un presupposto culturale.

17 Luglio 2021 | 05:16 | -6,12°

"Poetry is a matter of life, not just a matter of language"
 

Lucille Clifton

20 Luglio 2021 | 05:23 | -5,59°

Sono più di 40 anni che mi confronto con questo specifico tratto di mare, eppure mi sembra la prima volta che riesco a vederne davvero tutta la sua bellezza.

Chi si ferma è perduto (viene detto); ma perdersi è il presupposto per ritrovarsi.

Esiste un momento, tra quando ci perdiamo e quando ritroviamo l'orientamento, in cui la nostra mente si ambienta e si fa locale. Quando facciamo mente locale, cominciamo a relazionarci con ciò che ci circonda e vediamo cose che prima non avremmo mai visto.

7 Settembre 2021 | 06:17 | -6,38°

Mi sono chiesto se la sempre maggiore incapacità di guardarsi con attenzione attorno sia solo una mia caratteristica o non si leghi anche al tempo che stiamo vivendo.

La nostra società sta attraversando il passaggio tra l’epoca della velocità e quella dell’ubiquità; la prima era meccanica, la seconda invece è elettronica, ma entrambe influiscono sull’esperienza che facciamo dello spazio: da muoversi rapidamente attraverso i luoghi, stiamo provando ad essere contemporaneamente presenti in più posti.

Volendo instaurare una relazione con l'ambiente dove vivo, ho bisogno di contrastare questo fenomeno mettendo in pratica una singolare abilità: quella di stare.

Sto. Come a poker, perché se le carte può aver senso cambiarle, il mondo invece aspetta solo di essere guardato più intensamente per tirar fuori tutta la sua bellezza.

24 Settembre 2021 | 06:41 | -5,66°

L’antropologo Ernesto de Martino aveva coniato il termine “angoscia territoriale” per esprimere non solo la sofferenza di chi è stato portato via dalla propria terra, ma anche la raggiunta incapacità da parte delle persone di ambientarsi, di connettersi con un luogo. Oggi abbiamo capito che non sono le persone ad esser cambiate, ma i luoghi stessi.
 

Gli spazi nei quali viviamo sono passati da essere testimoni di un archetipo mitico,  e quindi in relazione con l'eternità, a rappresentare uno spazio che nel giro di poco tempo sarà certamente modificato, e quindi a simboleggiare l'effimero. 


Chi si ferma davanti al mare invece sa che la profondità di ciò che vede riflette quella dell'universo.

8 Ottobre 2021 | 06:59 | -5,40°

Sono esistiti o no.

Su un’isola o non su un’isola.
L’oceano o non l’oceano 
li inghiottì oppure no.

Qualcuno amò qualcuno?
Qualcuno si batté con qualcuno? 
Accadde tutto oppure nulla
là oppure non là.

C’erano sette città.
È sicuro?
Ambivano all’eternità.
E le prove?

Non furono aquile, no.
Furono aquile, sì.

Ipotetici. Dubbi.
Non commemorati.

Non estratti dall’aria, 
dal fuoco, dall’acqua, dalla terra.

Non contenuti in una pietra
né in una goccia di pioggia.

Non adatti a posare
sul serio per un ammonimento.

Una meteora cadde.
Non una meteora. 
Un vulcano eruttò.
Non un vulcano.

Qualcuno invocò qualcosa.
Nessuno nulla. 

Su questa più o meno Atlantide.

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Atlantide

Wislawa Szymborska 

9 Ottobre 2021 | 06:59 | -5,65°

pluf

🙏
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Filippo Brancoli Pantera